Giovedì 13 Luglio abbiamo ricordato con solennità il “dies natalis” di Santa Clelia Barbieri, è stata una giornata ricca di spiritualità, di lode e di ringraziamento a Le Budrie ornata per la festa.

La giornata è iniziata con la preghiera corale delle Lodi e con la Santa Messa presieduta da mons. Giovanni Silvagni Vicario Generale della Diocesi di Bologna. Il parco era gremito di pellegrini e di suore dalle varie comunità.

Alle 10 c’è stata un’ altra celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Giuliano Gazzetti Vicario Generale della Diocesi di Modena, con la presenza dei bimbi della scuola materna di Piumazzo che hanno portato ognuno un fiore da consegnare alla loro cara amica Santa Clelia. Nel pomeriggio c’è stata un momento di preghiera di adorazione all’aperto, animata dal coro delle sorelle con canti e preghiere in lingue diverse come segno di partecipazione e comunione con tutte le Minime sparse nel mondo.

La santità unisce nel desiderio di camminare insieme in questa vocazione a cui siamo chiamati tutti e ciascuno. Più tardi abbiamo pregato i Vespri presieduti dal Vicario Generale Mons. Stefano Ottani. I festeggiamenti per la solennità sono culminati nella concelebrazione eucaristica alle 20.30, presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI.

Nell’omelia il Cardinale, richiamando la raffigurazione di Clelia con il dito che indica il cielo, ha sottolineato che l’uomo si perde quando dimentica il cielo, si sente onnipotente, diventa violento perché lo cerca nelle cose, nel possesso invece che nel dono, nell’avere invece che nell’essere. Santa Clelia ci invita in maniera dolce, convincente, ferma, senza supponenza ma anche senza paura. Il cielo non è vuoto! Santa Clelia indica un Tu, il Figlio che ci ha insegnato a “vedere” il Padre e a chiamarlo Padre, cioè a sentirci figli. “Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore” (Ct.8,6).                                                                                                                                   

Sono proprio le parole che scrisse Santa Clelia: “Signore aprite il vostro cuore e buttate fuori una quantità di fiamme d’amore e con queste fiamme accendete il mio e fate che io brucio d’amore”. Il sigillo è un legame che nessuno può spezzare. Dio ci ama e ci tiene con sé, non ci possiede. Chi ama vuole sempre che l’amore non finisca. L’amore non è statico. Il giogo non è una catena che limita, ma una guida nel camminare assieme. Quello di Gesù è dolce e leggero, a differenza di quello pesante del vivere per se stessi che riduce tutto alla propria convenienza o interesse. Questo legame permette di rinnovare l’amore, di non arrendersi alle difficoltà, di essere più forti dei tradimenti.

Migliaia di pellegrini sono passati alle Budrie anche solo per un saluto, per consegnare una richiesta di aiuto, chi con gratitudine ha portato un fiore o una pianta, chi ha affidato le proprie sofferenze più grandi. Santa Clelia, ci aiuti ad avere un cuore pieno di amore per Gesù e per tutti. Proteggi e benedici tutti noi perché, liberi dalla paura, semini con gioia il Vangelo.